47:06
Santo Rosario Meditato alla Luce degli Scritti di Maria Valtorta, Misteri della Luce I - IL BATTESIMO DI GESÙ 2[…] Il Precursore non ha la mano leggera di Gesù sulle piaghe dei cuori. È un medico che …Altro
Santo Rosario Meditato alla Luce degli Scritti di Maria Valtorta, Misteri della Luce

I - IL BATTESIMO DI GESÙ


2[…] Il Precursore non ha la mano leggera di Gesù sulle piaghe dei cuori. È un medico che denuda e fruga e taglia senza pietà […].
4[…] Giovanni, dopo averlo scrutato col suo occhio penetrante, esclama: «Ecco l'Agnello di Dio. Come è che a me viene il mio Signore?».
Gesù risponde placido: «Per compiere il rito di penitenza».
«Mai, mio Signore. Io sono che devo venire a Te per essere santificato, e Tu vieni a me?».
E Gesù, mettendogli una mano sul capo, perché Giovanni s'era curvato davanti a Gesù, risponde: «Lascia che si faccia come voglio, perché si compia ogni giustizia e il tuo rito divenga inizio ad un più alto mistero e sia annunciato agli uomini che la Vittima è nel mondo».
5Giovanni lo guarda con occhio che una lacrima fa dolce e lo precede verso la riva, dove Gesù si leva il manto e la tunica, rimanendo con una specie di corti calzoncini, per poi scendere nell'acqua dove è già Giovanni, che lo battezza versandogli sul capo l'acqua del fiume, presa con una specie di tazza, che il Battista tiene sospesa alla cintola e che mi pare una conchiglia o una mezza zucca essiccata e svuotata. Gesù è proprio l'Agnello. Agnello nel candore della carne, nella modestia del tratto, nella mitezza dello sguardo. Mentre Gesù risale la riva e, dopo essersi vestito, si raccoglie in preghiera, Giovanni lo addita alle turbe, testimoniando d'averlo conosciuto per il segno che lo Spirito di Dio gli aveva indicato quale indicazione infallibile del Redentore. […]
(L’Evangelo come mi è stato rivelato – vol. I – cap. 45 – ed. CEV)

6Dice Gesù: «Giovanni non aveva bisogno del segno per se stesso. Il suo spirito, presantificato sin dal ventre di sua madre, era possessore di quella vista di intelligenza soprannaturale che sarebbe stata di tutti gli uomini senza la colpa di Adamo. Se l'uomo fosse rimasto in grazia, in innocenza, in fedeltà col suo Creatore, avrebbe visto Dio attraverso le apparenze esterne.
Nella Genesi è detto che il Signore Iddio parlava familiarmente con l'uomo innocente e che l'uomo non tramortiva a quella voce, non si ingannava nel discernerla.
Così era la sorte dell'uomo: vedere e capire Iddio proprio come un figlio fa col genitore. Poi è venuta la colpa, e l'uomo non ha più osato guardare Dio, non ha più saputo vedere e comprendere Iddio. E sempre meno lo sa. Ma Giovanni, il mio cugino Giovanni, era stato mondato dalla colpa quando la Piena di Grazia s'era curvata amorosa ad abbracciare la già sterile ed allora feconda Elisabetta. Il fanciullino nel suo seno era balzato di giubilo, sentendo cadere la scaglia della colpa dalla sua anima come crosta che cade da una piaga che guarisce. […]
».

(L’Evangelo come mi è stato rivelato – vol. I – cap. 45 – ed. CEV)

II - LE NOZZE DI CANA

6Maria si accorge che i servi parlottano col maggiordomo e che questo è impacciato, e capisce cosa c'è di spiacevole.
«Figlio» dice piano, richiamando l'attenzione di Gesù con quella parola. «Figlio, non hanno più vino».
«Donna, che vi è più fra Me e te?».
Gesù, nel dirle questa frase, sorride ancor più dolcemente, e sorride Maria, come due che sanno una verità che è loro gioioso segreto, ignorata da tutti gli altri. […]
8Maria ordina ai servi: «Fate quello che Egli vi dirà».
Maria ha letto negli occhi sorridenti del Figlio l'assenso, velato dal grande insegnamento a tutti i "vocati". E ai servi: «Empite d'acqua le idrie» ordina Gesù.
Vedo i servi empire le giare di acqua portata dal pozzo (odo stridere la carrucola che porta su e giù il secchio gocciolante).
Vedo il maggiordomo mescersi un poco di quel liquido con occhi di stupore, assaggiarlo con atti di ancor più vivo stupore, gustarlo e parlare al padrone di casa e allo sposo (erano vicini).
Maria guarda ancora il Figlio e sorride; poi, raccolto un sorriso di Lui, china il capo arrossendo lievemente. È beata. Nella sala passa un sussurrio, le teste si volgono tutte verso Gesù e Maria, c'è chi si alza per vedere meglio, chi va alle giare. Un silenzio, e poi un coro di lodi a Gesù. Ma Egli si alza e dice una parola: «Ringraziate Maria» e poi si sottrae al convito. […]
(L’Evangelo come mi è stato rivelato – vol. I – Cap. 52 – ed. CEV)

9Dice Gesù: «Il mio primo miracolo è avvenuto per Maria. Il primo, Simbolo che è Maria la chiave del miracolo. Io non ricuso nulla alla Madre mia, e per sua preghiera anticipo anche il tempo della grazia. Io conosco mia Madre, la seconda in bontà dopo Dio. So che farvi grazia è farla felice, poiché è la Tutta Amore. Ecco perché dissi, Io che sapevo: "Andiamo a farla felice”.
Inoltre ho voluto rendere manifesta la sua potenza al mondo insieme alla mia. Destinata ad essere a Me congiunta nella carne - poiché fummo una carne: Io in Lei, Lei intorno a Me, come petali di giglio intorno al pistillo odoroso e colmo di vita - congiunta a Me nel dolore, poiché fummo sulla croce Io con la carne e Lei col suo spirito, così come il giglio odora e colla corolla e coll'essenza tratta da essa, era giusto fosse congiunta a Me nella potenza che si mostra al mondo. […]».


(L’Evangelo come mi è stato rivelato – vol. I – cap. 52 – ed. CEV)

III - ANNUNCIO DEL REGNO DI DIO E INVITO ALLA CONVERSIONE

6[…] «O voi di Israele! Il tempo della Redenzione è giunto. Ma preparatene le vie in voi con la buona volontà. Siate onesti, buoni, amatevi gli uni con gli altri. Ricchi, non sprezzate; mercanti, non frodate; poveri, non invidiate. Siete tutti di un sangue e di un Dio. Siete tutti chiamati ad un destino. Non chiudetevi il Cielo, che il Messia vi aprirà, con i vostri peccati. Avete sin qui errato? Ora non più. Ogni errore cada.
Semplice, buona, facile è la Legge che torna ai dieci comandi iniziali, ma tuffati in luce d'amore. Venite. Io ve li mostrerò quali sono: amore, amore, amore. Amore di Dio a voi, di voi a Dio. Amore fra prossimo. Sempre amore, perché Dio è amore e figli del Padre sono coloro che sanno vivere l'amore. Io sono qui per tutti e per dare a tutti la luce di Dio. Ecco la Parola del Padre che si fa cibo in voi. Venite, gustate, cambiate il sangue dello spirito con questo cibo. Ogni veleno cada, ogni concupiscenza muoia. Una gloria nuova vi è porta: quella eterna, e a lei verranno coloro che faranno la Legge di Dio vero studio del loro cuore. Iniziate dall'amore. Non vi è cosa più grande. Ma quando saprete amare, saprete già tutto, e Dio vi amerà, e amore di Dio vuol dire aiuto contro ogni tentazione.


La benedizione di Dio sia su chi volge a Lui cuore pieno di buona volontà». […]

(L’Evangelo come mi è stato rivelato – vol. I – Cap. 49 – ed. CEV)

3[…] «Questo insegno: a rendere la Casa di Dio casa di orazione e non un posto d'usura e di mercato. Questo insegno».
Gesù è terribile. Pare l'arcangelo posto sulla soglia del Paradiso perduto. Non ha spada fiammeggiante fra le mani, ma ha i raggi negli occhi, e fulmina derisori e sacrileghi. In mano non ha nulla. Solo la sua santa ira. E con questa, camminando veloce e imponente fra banco e banco, sparpaglia le monete così meticolosamente allineate per qualità, ribalta tavoli e tavolini, e tutto cade con fracasso al suolo fra un gran rumore di metalli rimbalzanti e di legni percossi e grida di ira, di sgomento e di approvazione. Poi, strappate di mano, a dei garzoni dei bestiai, delle funi con cui essi tenevano a posto bovi, pecore e agnelli, ne fa una sferza ben dura, in cui i nodi per formare i lacci scorsoi divengono flagelli, e l'alza e la rotea e l'abbassa, senza pietà. Sì, le assicuro: senza pietà.
La impensata grandine percuote teste e schiene.

(L’Evangelo come mi è stato rivelato – vol. I – Cap. 53 – ed. CEV)

IV - LA TRASFIGURAZIONE

6 […] Gesù sta col Volto alzato verso il cielo e sorride ad una sua visione che lo sublima.
Gli apostoli ne hanno quasi paura e lo chiamano, perché non pare più a loro che sia il loro Maestro tanto è trasfigurato. […]
7 La luce aumenta ancora per due fiamme che scendono dal cielo e si collocano ai lati di Gesù. Quando sono stabilite sul pianoro, il loro velo si apre e ne appaiono due maestosi e luminosi personaggi. L'uno più anziano, dallo sguardo acuto e severo e da una lunga barba bipartita. Dalla sua fronte partono corni di luce che me lo indicano per Mosè. […]
I due Profeti prendono una posa di riverenza davanti al loro Dio Incarnato e, sebbene Questi parli loro con famigliarità, essi non abbandonano la loro posa riverente. Non comprendo neppure una delle parole dette.
I tre apostoli cadono a ginocchio tremanti, col volto fra le mani. […] e una Voce potente e armonica vibra ed empie di sé lo spazio, i tre cadono col volto contro l'erba.
«Questo è il mio Figliuolo diletto, nel quale mi sono compiaciuto. Ascoltatelo».
Pietro nel gettarsi bocconi esclama: «Misericordia di me, peccatore! É la Gloria di Dio che scende!».

(L’Evangelo come mi è stato rivelato – vol. V – cap. 349 – ed. CEV)

9 Dice Pietro : «[…] E dopo... e dopo! ... La paura delle paure! La voce di Dio! ... Geové che ha parlato! A noi! Ci ha detto: "Ascoltatelo!". Tu. E ti ha proclamato "suo Figlio diletto nel quale Egli si compiace". Che paura! Geové! ... a noi! ... Certo solo la tua forza ci ha tenuti in vita! ... Quando Tu ci hai toccato, e le tue dita ardevano come punte di fuoco, io ho avuto l'ultimo spavento. Ho creduto che fosse l'ora di essere giudicato e che l'Angelo mi toccasse per prendermi l'anima e portarla all'Altissimo... Ma come ha fatto tua Madre a vedere... a sentire... a vivere, insomma, quell'ora che Tu hai detto ieri, senza morire, Lei che era sola, giovanetta, senza di Te?».
«Maria, la Senza Macchia, non poteva avere paura di Dio. Eva non ne aveva paura finché fu innocente. Ed Io c'ero. Io, il Padre e lo Spirito, Noi, che siamo in Cielo e in Terra e in ogni luogo, e che avevamo il nostro Tabernacolo nel cuore di Maria», dice dolcemente Gesù.
«Che cosa! Che cosa! ... Ma dopo Tu hai parlato di morte... E ogni gioia è finita... Ma perché proprio a noi tre tutto questo? Non era bene darla a tutti questa visione della tua gloria?».
«Appunto perché tramortite udendo parlare di morte, e morte per supplizio, del Figlio dell'uomo, l'Uomo-Dio vi ha voluto fortificare per quell'ora e per sempre con la precognizione di ciò che Io sarò dopo la Morte. Ricordatevi tutto questo, per dirlo a suo tempo...».


(L’Evangelo come mi è stato rivelato – vol. V – Cap. 349 – ed. CEV)

V - L'ISTITUZIONE DELL'EUCARESTIA

14 […] «Ora che l'antico rito è compiuto, Io celebro il nuovo rito. Vi ho promesso un miracolo d'amore. È l'ora di farlo. Per questo ho desiderato questa Pasqua. Da ora in poi questo è l'ostia che sarà consumata in perpetuo rito d'amore. Vi ho amato per tutta la vita della Terra, amici diletti. Vi ho amato per tutta l'eternità, figli miei. E amare vi voglio sino alla fine. Non vi è cosa più grande di questa. Ricordatevelo. Io me ne vado. Ma resteremo per sempre uniti mediante il miracolo che ora Io compio».
Gesù prende un pane ancora intiero, lo pone sul calice colmo. Benedice e offre questo e quello, poi spezza il pane e ne prende tredici pezzi e ne dà uno per uno agli apostoli dicendo: «Prendete e mangiate. Questo è il mio Corpo. Fate questo in memoria di Me che me ne vado».
Dà il calice e dice: «Prendete e bevete. Questo è il mio Sangue. Questo è il calice del nuovo patto nel Sangue e per il Sangue mio, che sarà sparso per voi per la remissione dei vostri peccati e per darvi la Vita. Fate questo in memoria di Me».
Gesù è tristissimo. Ogni sorriso, ogni traccia di luce, di colore lo hanno abbandonato. Ha già un volto d'agonia. Gli apostoli lo guardano angosciati.
15 Gesù si alza dicendo: «Non vi muovete. Torno subito».
Prende il tredicesimo pezzetto di pane, prende il calice ed esce dal Cenacolo.
«Va dalla Madre», sussurra Giovanni. [...]
19 [...] «Con quanto è accaduto adesso è stato glorificato il Figlio dell'uomo, perché è testimonianza di potere il miracolo che non è che possibile agli amici di Dio. Più è grande il miracolo e più è sicura e profonda questa divina amicizia. Questo è un miracolo che, per la sua forma, durata e natura, per gli estremi di esso ed i limiti che tocca, più forte non ce ne può essere. Io ve lo dico: tanto è potente, soprannaturale, inconcepibile all'uomo superbo, che ben pochi lo comprenderanno come va compreso, e molti lo negheranno. Che dirò allora? Condanna per loro? No. Dirò: pietà!
Ma più grande è il miracolo, più grande è la gloria che all'autore dello stesso viene. È Dio stesso che dice: "Ecco, questo mio diletto ciò che ha voluto ha avuto, ed Io l'ho concesso perché egli ha grande grazia agli occhi miei". E qui dice: "Ha una grazia senza limiti così come è infinito il miracolo da Lui compiuto". Parimenti alla gloria che si riversa sull'autore del miracolo da parte di Dio è la gloria che da esso autore si riversa sul Padre. Perché ogni gloria soprannaturale, essendo veniente da Dio, alla sua sorgente ritorna. E la gloria di Dio, per quanto già infinita, sempre più si aumenta e sfavilla per la gloria dei suoi santi. Onde Io dico: come è stato glorificato il Figlio dell'uomo da Dio, così Dio è stato glorificato dal Figlio dell'uomo. Io ho glorificato Dio in Me stesso.
A sua volta, Dio glorificherà il suo Figlio in Lui. Ben presto lo glorificherà. [...] ».


(L’Evangelo come mi è stato rivelato – vol. IX – cap. 600 – ed. CEV)

Dice Gesù: 42 «Il Sacramento opera quanto più uno è degno di riceverlo. […]
Giovanni, che mi amava come nessuno e che era puro, ebbe dal Sacramento il massimo della trasformazione.
42 Ma guai a chi riceve il Sacramento senza esserne affatto degno, […] Allora esso diviene non germe di preservazione e di vita ma di corruzione e di morte. Morte dello spirito e putrefazione della carne, per cui essa "crepa", come dice Pietro di quella di Giuda. […]
La morte del profanatore del Sacramento è sempre la morte di un disperato, […]».

(L’Evangelo come mi è stato rivelato – vol. IX – Cap. 600 – ed. CEV)

VISITA il SITO >>> VALTORTAVOX ♦️ valtortavox.it/index.html